L'arresto cardiaco improvviso
L’arresto cardio-respiratorio è un evento che determina una cessazione della funzionalità del cuore con conseguente blocco dell’ossigenazione di organi e tessuti.
Secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno in Italia i decessi per arresto cardiaco improvviso sono circa 50.000, con una frequenza di 140 vittime al giorno, una ogni 10 minuti.
L’arresto cardiaco può colpire chiunque e il più delle volte avviene senza che vi siano stati sintomi di qualsiasi natura o segni premonitori.
Le cause più frequenti sono l'infarto del miocardio, le aritmie cardiache, l'annegamento, la folgorazione, l'asfissia, i traumi, gli avvelenamenti.
Mentre nell’infarto miocardico si ha la morte del muscolo cardiaco causata da un’ostruzione delle coronarie che blocca il regolare afflusso di sangue ossigenato al cuore, nell’arresto cardiaco si ha una sorta di “corto circuito elettrico” del cuore.
In condizioni normali gli impulsi elettrici determinano delle contrazioni ritmiche e regolari del cuore che gli permettono di pompare il sangue verso tutti gli organi e i tessuti del corpo.
Se però il sistema elettrico “va in tilt”, si verificano dei ritmi cardiaci anomali che determinano la Tachicardia Ventricolare (con una forte accelerazione del battito cardiaco ed una conseguente riduzione del flusso sanguigno) e la Fibrillazione Ventricolare (in questo caso i segnali elettrici diventano estremamente rapidi e caotici).
Il cuore non riesce più a contrarsi ma fibrilla (vibra), perdendo improvvisamente la sua funzione di pompa ed il sangue non arriva più al resto del corpo ed in particolare al cervello che, non essendo più ossigenato, in un brevissimo lasso di tempo può subire danni irreversibili fino alla morte dell’individuo.
La sopravvivenza per questo evento è inferiore al 10% e oltre l'80% delle vittime di Fibrillazione Ventricolare muore prima dell’arrivo in ospedale.
La carenza di ossigeno al cervello produce infatti lesioni già dopo 4-6 minuti di assenza di attività cardio-respiratoria.
Dopo 10 minuti le lesioni cerebrali divengono irreversibili e, anche nel caso di ripresa del circolo, la persona colpita da arresto potrebbe riportare deficit motori e/o sensitivi, alterazioni delle capacità cognitivo-sensoriali o stati comatosi persistenti.